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25 gennaio 2016 1 25 /01 /gennaio /2016 11:10
M. Rupnik

M. Rupnik

Il Tempo Ordinario non è da considerarsi un tempo «minore» o « meno forte» rispetto altri tempi così denominati dell’anno Liturgico, solo perché non celebra un evento del mistero di Cristo: nascita, morte, resurrezione. Esso si propone di approfondire nella vita ordinaria della comunità cristiana il mistero salvifico di Cristo: «seguendo i tempi dell’anno liturgico, nell’osservanza della domenica che interamente lo scandisce, l’impegno ecclesiale e spirituale del cristiano viene profondamente incardinato in Cristo, nel quale trova la sua ragion d’essere e dal quale trae alimento e stimolo». (Dies Domini 3)

La stessa suddivisione di questo tempo in due parti: dopo il tempo natalizio, la prima, e dopo il tempo pasquale, la seconda, permette in entrambi i periodi di celebrare e innestare la vita di Cristo nella vita quotidiana.

Le domeniche e i giorni feriali del tempo Ordinario non presentano i temi devozionali assegnati nel passato ai giorni e alle domeniche, come ed es. la domenica a partire dal IX secolo era il giorno dedicato alla SS. Trinità, perdendosi così il senso primario della Pasqua settimanale, il sabato alla memoria della Vergine Maria o altri giorni al culto dei santi.

La memoria di Santa Maria e dei Santi nel Tempo Ordinario segue il principio espresso dalla costituzione Sacrosanctum Concilium 103-104, per il quale non viene oscurata la centralità di Cristo, ma è mostrata ed salta e la sua azione salvifica.

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