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7 maggio 2016 6 07 /05 /maggio /2016 16:13
Tempo di Pasqua (seconda parte)

I testi ecologici (collette, prefazi,ecc) e il lezionario mettono in risalto alcune caratteristiche proprie di questo tempo: tempo di Cristo, dello Spirito, ecclesiale ed escatologico.

In esso è evidente la centralità del mistero del Cristo crocifisso e risorto per il fatto stesso che «Cristo nostra pasqua è stato immolato» (1 Cor 5,7). Egli sostituisce, ormai, l’agnello dell’antico testamento: «È lui il vero agnello che ha tolto i peccati del mondo, è lui che morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita» (Prefazio I). Anche la restaurazione attraverso il mistero pasquale è un elemento cristologico che troviamo nei formulari: «In lui, vincitore del peccato e della morte, l’universo risorge e si rinnova, e l’uomo ritorna alle sorgenti della vita» (Prefazio IV). La vita dell’uomo e del mondo compie in Cristo, risorto dalla morte, un salto qualitativo.

Altra caratteristica del tempo pasquale, in particolare nella Liturgia delle Ore, è la connotazione pneumatologica, l’azione dello Spirito. In particolare l’eucologia della messa e i testi dell’ufficio, nella VII settimana che precede la Pentecoste, hanno un chiaro riferimento allo Spirito Santo: «Venga su di noi, o Padre, la potenza dello Spirito Santo» (Lunedì); «Padre onnipotente e misericordioso, fa che lo Spirito Santo venga ad abitare in noi…» (martedì).

Il tempo pasquale si caratterizza inoltre per la sua dimensione ecclesiale. L’immagine della chiesa emerge in relazione allo Spirito nei vari testi: Lo spirito che raduna la chiesa «Fa che la chiesa riunita dallo Spirito Santo…», (colletta mercoledì VII settimana); lo Spirito che rende in unità la comunità dei salvati «fa che i popoli dispersi si raccolgono insieme e le diverse lingue si uniscano», (colletta della messa nella vigilia di Pentecoste); lo Spirito che introduce al mistero della vita in Cristo: « Agli albori della Chiesa nascente hai rivelato a tutti i popoli il mistero nascosto nei secoli» (prefazio Pentecoste).

In alcune orazioni, inoltre, viene messa in risalto un’altra peculiarità: il suo rapporto con la Parusia. Più volte si afferma che la morte e resurrezione di Cristo ci hanno aperto le porte del paradiso e la partecipazione ai sacramenti pasquali orienta la comunità verso la pasqua eterna: «fa che l’esultanza di questi giorni raggiunga la sua pienezza nella Pasqua del cielo» (mercoledì dell’Ottava) «perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso» (mercoledì II settimana), «perché a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l’eredità eterna» (sabato II settimana).

Il tempo pasquale è un tempo privilegiato per la mistagogia: «la comunità insieme con i neofiti prosegue il suo cammino nella meditazione del Vangelo, nella partecipazione all'Eucaristia e nell'esercizio della carità, cogliendo sempre meglio la profondità del mistero pasquale e traducendolo sempre più nella pratica della vita» (RICA n 37).

In questo tempo pasquale possiamo intravedere una corrispondenza tra la Pasqua di Cristo e la nostra pasqua. Fonte e roccia della nostra fede è il mistero del Signore Crocifisso Risorto, a noi partecipato attraverso i sacramenti dell’Iniziazione cristiana.

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