Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
16 ottobre 2011 7 16 /10 /ottobre /2011 17:08

 

emmaus3.jpg

"Sebbene il principal  Sacerdote offerente nel Scrifizio della messa è Cristo nostro Signore; nondime no la Chiesa cattolica, cioè tutti i fedeli Cattolici, come suo corpo mistico, offeriscono ancor essi questo Sacrifizio per lo ministerio, e mani del sacerdote ministro di Cristo; e con più specialità i circostanti, che con fede e devozione,e con timore e riverenza contriti assistono alla Messa: a' quali il Sacerdote dice: Orate fratelli, acciocché il mio e vostro sacrifizio sia accettabile presso Dio padre onnipotente: E poi nell'Azione, e Canone dice: Ricordati, Signore di tutti i circostanti, de' quali ti è cognita la fede, e nota a divozione: per i quali ti offeriscono questo Sacrifizio di laude per sé medesimi, e per tutti loro ... comunicando, cioè stando nella comunione della Chiesa Cattolica etc. E dopo la consacrazione lo stesso Sacerdote fa l'Oblazione dicendo: onde, Signore, e noi (sacerdoti) tuoi servi, e in oltre il tuo santo popolo, ricordevoli... offeriamo... (opera Omnia VII, 338)


Lo scorso 12 ottobre abbiamo ricordato il XXV° di canonizzazione di San Giuseppe Maria Tomasi, vissuto tra il 1649 e il 1712, dei Principi di Lampedusa e cardinale di Santa Romana Chiesa. Il testo che propongo alla mia e vostra riflessione è tratto dai suoi scritti. È poco conosciuto come liturgista, a lui si deve la pubblicazione del sacramentario Gelasiano, libro liturgico utilizzato nei Titoli della Chiesa di Roma forse nel VI-VII sec.

Il santo in questo suo scritto descrive l'atteggiamento e il modo di partecipare alla celebrazione eucaristica non solo da parte del sacerdote, ma anche del popolo che partecipa. Dopo aver posto l'accento che chi celebra è Cristo, evidenzia il modo di partecipare della Chiesa a questo mistero attraverso le mani del sacerdote. Rilevando, in particolare, che è tutta la Chiesa che offre, nella diversità dei ministeri, ma evidenziando che è lei nella totalità che offre. Parlare per quel periodo di partecipazione alla messa da parte di tutta la Chiesa e in particolare del popolo era una novità assoluta. Nel suo apostolato egli si preoccupò tantissimo affinché il popolo comprendesse la celebrazione della messa, era convintissimo che la partecipazione consapevole potesse essere fonte di vita spirituale. Le sue intuizioni sulla liturgia, che troviamo nei suoi scritti, circa il rinnovamento della liturgia furono in gran parte accolte dalla riforma del Concilio Vaticano II.  

La partecipazione alla celebrazione eucaristica, a quasi cinquant'anni dalla promulgazione di Sacrosanctum Concilium, ancora non è del tutto compresa, sia da parte dei ministri, che del popolo. Quanto affermato «per ritus et preces» (SC 48) spesso è disatteso sia dai pastori sia dai fedeli. Non a caso lo stesso concilio nella SC 14 parla della necessita della formazione del popolo, perché dalla liturgia possano attingere per la vita spirituale.

Condividi post
Repost0

commenti